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La prevenzione e l'importanza nella cura del carcinoma epatocellulare

Il carcinoma epatocellulare (HCC) è la più frequente neoplasia primitiva del fegato e rappresenta uno dei tumori di più frequente riscontro nella pratica clinica.

Nel mondo esistono aree a bassa, a media e ad alta incidenza di HCC con percentuali che variano da 1-5 a 5-20 a 25-250 morti per HCC/100.000 abitanti/anno.

L’HCC è più frequente nel sesso maschile con un rapporto M/F di 3-4:1 eccetto per la sua variante fibrolamellare in cui il rapporto M/F è invertito.

Nel 2012 in Italia si sono verificati circa 12.800 nuovi casi.

 


Fattori di rischio:
Nei paesi occidentali, l’HCC è associato alla cirrosi epatica in oltre il 90% dei casi. L’incidenza annuale di HCC nei pazienti affetti da cirrosi varia dal 2% all’11%. I principali fattori di rischio sono quindi legati allo sviluppo di cirrosi quali il virus dell’epatite C (HCV), il virus dell’epatite B (HBV) e l’assunzione cronica/abuso di bevande alcoliche. Un fattore emergente che può portare allo sviluppo di una malattia epatica cronica è rappresentato dalla steato-epatite. Altre cause più rare sono rappresentate da alcune malattie ereditarie quali l’emocromatosi, il morbo di Wilson e l’esposizione alimentare prolungata all’aflatossina B1 (AFB1).

 


Prevenzione primaria
Da anni è stata intrapresa una politica d’informazione volta alla prevenzione del contagio da virus dell’epatite C ed è stata introdotta la vaccinazione nei confronti del virus dell’epatite B. E’ tuttavia necessario seguire uno stile di vita corretto, ponendo molta attenzione a fattori di rischio che possono portare allo sviluppo di steato-epatite quali l’assunzione di bevande alcoliche, una dieta ricca di grassi e l’obesità.

 


Prevenzione secondaria: lo screening
Non esistono studi che dimostrano che un programma di screening migliori la sopravvivenza dei pazienti affetti da HCC, tuttavia tutti i pazienti affetti da epatopatia cronica dovrebbero effettuare regolari controlli ecografici quadrimestrali o semestrali a seconda che l’infiammazione epatica sia già in fase di cirrosi o solo di epatopatia cronica. In particolare dovrebbero essere sottoposti a periodici screening:
- i pazienti affetti da epatopatia cronica HBV o HCV correlata
- i pazienti affetti da epatopatia cronica alcolica
- i pazienti affetti da malattie ereditarie che esitano in epatopatia cronica (morbo di Wilson ed emocromatosi)
- i pazienti affetti da disturbi metabolici, obesità e diabete con steato-epatite secondaria che può esitare in cirrosi
L’ecografia (US) riveste il ruolo di maggior importanza per la sua elevata accuratezza diagnostica. È poco costosa, priva di effetti collaterali, non è dannosa e ben accetta dai pazienti.
L’US può essere integrata nella stadiazione dell’HCC da altre tecniche radiologiche di imaging quali la tomografia computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica (MRI). La finalità di questi programmi di screening è quella di rilevare i noduli di HCC in fase iniziale e quindi potenzialmente curabili.

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