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Valutazione della diffusione dell’energia elettromagnetica nel tessuto epatico

Le energie dei ricercatori di Fondazione CMT sono concentrate su tre importanti progetti:

  • il trapianto cellulare su matrice d’organo decellularizzata per la rigenerazione epatica;

  • la nuova classificazione del carcinoma epatocellulare;

  • la valutazione dell’energia elettromagnetica nel tessuto epatico.

 

Questo terzo progetto riguarda la strumentazione necessaria ad effettuare interventi mini-invasivi di termoablazione ed è pertanto co-finanziato dal dipartimento di ingegneria idraulica ed ambientale dell’Università degli Studi di Pavia e sostenuto dall’Ingegner Gallati, vice presidente di CMT. L’obiettivo principale dello studio è riuscire a raggiungere i tumori dei pazienti oncologici senza dover utilizzare nemmeno gli aghi elettrodi impiegati oggi negli interventi di termoablazione.


Per effettuare un intervento di termoablazione sono necessari tre strumenti:

  • un ago-elettrodo rivestito di plastica isolante eccetto che sulla punta (per distruggere, grazie al calore, il tumore);

  • un ecografo (per guidare l’ago nel tragitto verso il tumore);

  • un generatore di energia a radiofrequenza (per scaldare l’ago con energia elettromagnetica).

 

L’idea di utilizzare l’energia a radiofrequenza per la distruzione dei tumori è nata grazie ad un’intuizione avuta dal Prof. Rossi agli inizi della sua carriera. Con l’attività di ricerca Rossi ha infatti sperimentato l’utilizzo di diversi tipi di generatore (laser, microonde e radio-frequenza) per riuscire letteralmente a “bruciare” tumori di piccole dimensioni.

Per permettere a questa importante intuizione di avere successo ed evolvere in quelli che poi sono diventati gli interventi di termoablazione, fondamentale è stata la collaborazione tra medici ed ingegneri. Questi ultimi, in seguito alle richieste e alle esigenze dei medici, hanno potuto migliorare progressivamente la strumentazione necessaria ad eseguire gli interventi, raggiungendo standard qualitativi sempre maggiori.

 

Ad oggi, il progetto per la valutazione dell’energia elettromagnetica nel tessuto epatico ha portato ad importanti risultati: rispetto agli esordi la strumentazione si è incredibilmente evoluta e l’invasività degli interventi di termoablazione, già minima per definizione, sta ulteriormente diminuendo. I vantaggi clinici per i pazienti sono rilevanti:

  • le operazioni hanno una durata molto più breve;

  • non è richiesta l’anestesia generale;

  • la degenza e i tempi di ripresa post-operatoria si accorciano notevolmente;

  • il tasso di complicanze è bassissimo e nettamente inferiore a qualunque altra tecnica operatoria.

 

La prima fase di questo progetto è conclusa, ma lo spazio per un progressivo miglioramento degli strumenti e delle tecniche legate alla termoablazione è ancora molto ampio. L'obiettivo è infatti quello di agire sui tumori primitivi servendosi dell'energia elettromagnetica e senza nemmeno impiegare gli aghi elettrodi.

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