'Uomini e donne hanno un cuore diverso: l’importanza di una prevenzione di genere'

Nei Paesi occidentali, le malattie cardiovascolari sono la prima causa di decesso per le donne.
Nel 2014 (ultimo dato di mortalità disponibile ISTAT) nel nostro Paese si sono verificati 220.200 decessi per malattie del sistema circolatorio: 96.071 negli uomini e 124.129 nelle donne.
La ricerca ha evidenziato importanti differenze di genere sia nella prevenzione che nella diagnosi e cura delle malattie cardiache. Non è ancora completamente chiaro però se queste differenze siano dovute a ragioni anatomiche o a comportamenti discriminanti che avvengono in modo sistematico nei confronti della popolazione femminile. Un’errata percezione del rischio clinico (da parte dei medici e delle donne stesse) così come una sintomatologia meno evidente fanno sì che le donne siano esposte a rischi non meno importanti di quelli maschili. Questa disparità si declina, per esempio, in una mortalità femminile per infarto più alta rispetto a quella maschile: in media il 10-15% nelle donne contro il 3-7% negli uomini.
Ecco dunque da dove venga la necessità di ricerche più approfondite sul tema per capire come sviluppare una medicina di genere efficace che includa percorsi di prevenzione, diagnosi e cura dedicati e specifici.
Diversi fattori di rischio
Una donna su 4 è a rischio di malattia cardiovascolare. Alcuni fattori di rischio sono ormai noti sia nella popolazione maschile che in quella femminile. Tra i più frequenti ricordiamo il colesterolo alto, il fumo, l’ipertensione, il diabete e l’obesità. Questi fattori, sebbene comuni ad entrambi i generi, incidono in modo differente sulle donne: le donne fumatrici, per esempio, rischiano fino a 5 volte di più di sviluppare danni alle arterie (e dunque sono 5 volte più esposte al rischio di infarto miocardico).
Ai fattori di rischio più noti si aggiungono livelli maggiori di depressione, ansia, stress, che a loro volta innalzano ulteriormente il pericolo di andare incontro ad un evento cardiovascolare, troppo spesso senza che la donna se ne renda conto, perché i sintomi non sono sempre evidenti o semplicemente non vengono riconosciuti con la dovuta prontezza. Questo fa sì che le donne tendano a presentarsi più tardi in pronto soccorso rispetto agli uomini, quando invece in questi casi l’azione tempestiva è fondamentale.
Diversi sintomi
Le malattie cardiovascolari – come l’angina pectoris, le aritmie cardiache e l’infarto miocardico – si manifestano nelle donne con una sintomatologia diversa rispetto agli uomini. Questo è dovuto in parte a ragioni anatomiche e in parte per motivi ormonali, enzimatici e psicologici. Tutti questi fattori hanno un impatto anche sullo sviluppo e la gravità di queste patologie.
Le malattie cardiache inoltre si manifestano con 10 anni di ritardo nelle donne. Infatti, fino alla menopausa le donne hanno un "ombrello ormonale" che le tutela parzialmente. Di contro l’età avanzata penalizza le pazienti poiché riduce le probabilità di successo delle terapie: le donne infatti sono in media più ammalate quando l’infarto o la cardiopatia potrebbe presentarsi. Il 30% delle donne in età avanzata e candidate per un intervento al cuore sono a rischio di diabete, contro il 14% degli uomini; il 70% di quelle sopra i 75 anni d’età soffre di ipertensione contro il 30% degli uomini. Questo comporta che il cuore femminile sopporti meno l’ischemia, ovvero la mancanza di afflusso di sangue dovuta al restringimento delle coronarie.
Cure di genere
Nonostante divenga sempre più chiaro che esistano differenze di genere "negli affari di cuore", le terapie tradizionali per i disturbi cardiaci in molti casi sono ancora standardizzate sul corpo degli uomini. La maggior parte dei farmaci usati nella cura di malattie cardiovascolari per esempio è stata studiata prevalentemente su campioni maschili.
Per fortuna, sempre più ricercatori, medici ed operatori non fanno di tutta l’erba un fascio, riconoscendo le peculiarità del genere femminile. In questo quadro, interventi e cure farmacologiche adatti, accompagnati da terapie psicologiche se necessario, diventano essenziali per una medicina attenta alle differenze di genere.
Una prevenzione di genere è importante
Il detto dice: "prevenire è meglio che curare". Ecco che la prevenzione diventa fondamentale per colmare questo divario di genere e si rivela l’arma più potente a nostra disposizione per prevenire le malattie cardiovascolari. Se donne, con qualche accortezza in più.
Alla saggezza popolare aggiungiamo anche che la salute è un concetto ben più ampio della mera assenza di malattia. Tutto parte da uno stile di vita adeguato: un’alimentazione sana ed equilibrata, la giusta quantità e qualità di esercizio fisico e cercare evitare il più possibile i comportamenti a rischio come il fumo. Parallelamente sarà importante tenere sotto controllo con screening preventivi i potenziali co-fattori di rischio quali il diabete, l’ipertensione e livelli alti di colesterolo.